Quando si pensa al disagio psicologico sono molte le domande che possono venire in mente.
“Cosa mi succede? Sto male, mi sento da schifo, cosa faccio? Non posso continuare così. A chi posso chiedere? Posso chiedere un consiglio al mio migliore amico, in famiglia? No, mi vergogno, cosa penseranno di me se gli dico che sto così? E poi mi hanno già detto che è tutto nella mia mente, che devo smettere di pensarci. Secondo loro è così semplice!”
“Cerco su google e scrivo i miei sintomi, caspita! Li ho tutti! Suggeriscono di rivolgermi ad uno psicologo. Già! Come se fosse facile.”
“Dovrei andare da una persona che non conosco e parlargli dei fatti miei? Già mi immagino, entro nella stanza, mi accomodo e guardo la persona sconosciuta davanti a me, mi accoglie e mi sorride, ma come faccio a fidarmi? E se non mi piace? E se quello che racconto è tutto una cavolata? Ci sono tante persone che hanno problemi più grandi dei miei e io penso di aver bisogno di un professionista? Forse sto esagerando.”
Mentre mi vedo in quella situazione comincio a pensare “ma cosa dico? Da dove parto? Lo voglio fare veramente? Però la mia amica c’è andata e si è trovata bene. Mio cugino mi ha detto che ha capito tante cose e che ora sta molto meglio. Va bene, ci provo. Chiamo!”
Per chiedere aiuto ci vuole coraggio, volontà e desiderio.
Non è una cosa che facciamo tutti i giorni, ci vuole la forza di volontà e il desiderio di mettersi in gioco. Il gioco della vita che di quando in quando ci mette di fronte a delle difficoltà, a delle scelte che facciamo fatica a prendere, ad affrontare, ma una volta che ci buttiamo non siamo soli.
Con noi c’è il terapeuta pronto ad accoglierci e a scegliere la soluzione e il lavoro più adatto alla nostra persona. A volte abbiamo la fantasia che un percorso di questo tipo debba durare molti anni ma non è così. Dipende dalla tematica che si porta e che si vuole affrontare. Può essere sufficiente una consultazione, ovvero 3 o 4 incontri, o qualche colloquio in più per comprendere il nostro funzionamento e per cambiare modo di fare. Oppure un tempo più lungo per affrontare questioni più profonde o semplicemente perché ci rendiamo conto che questo spazio è solo per noi e ci fa stare bene. In ogni caso il professionista concorderà con noi la strada migliore che, ricordiamoci, percorreremo insieme. Il lavoro di squadra è fondamentale, è un lavoro 50%/50%, dove tutti si mettono in gioco: noi e il terapeuta. Ed è attraverso questo “gioco” che potremo riconquistare il nostro benessere.
Alla domanda “Psicologo Si o No?” rispondo:
“Perché NO?”. È un’occasione per fare un cambiamento personale, per migliorare il modo con cui ci relazioniamo con noi stessi e con il mondo, per valorizzare la nostra persona e per ritrovare il nostro benessere.
“SI!”. “È un’opportunità che in questo momento scelgo di cogliere per me”.
- Senti che qualcosa non va ma ancora non hai che cosa?
- Vorresti cambiare ma non sai da dove iniziare?
- Vuoi finalmente darti la possibilità di mettere ordine nella tua vita e ritrovare il tuo equilibrio?