Ti hanno chiamato.
Finalmente incontrerai il professionista che hai scelto accuratamente.
Gli racconterai con calma e nel dettaglio il tuo disturbo.
Saprai cosa fare per stare meglio.
Un bel respiro ed entri.
…
15 minuti e sei fuori.
Testa piena di parole complesse.
Una lista della spesa in mano con farmaci, esami di approfondimento e cicli di terapie dai nomi strambi che non hai capito né cosa sono né cosa ti faranno.
Portafoglio più leggero.
Tu più pesante.
Oltre al peso del dolore ora c’è quello delle domande che non hanno ricevuto risposta.
Questa, in primis, è la mia storia. Sono stata anch’io paziente. Ho avuto anch’io un problema di salute che non sapevo come risolvere. Avevo riposto tutte le mie speranze nel Luminare che mi avevano consigliato, salvo poi uscire delusa e affranta da quella visita.
Da quando sono Fisioterapista poi, ho scoperto che questa è la storia anche di molti altri… magari anche la tua.
E se ti è capitato conosci bene la sensazione di frustrazione che si prova in queste situazioni.
Durante una visita, che sia medica, fisioterapica, con un nutrizionista o con qualsiasi altro professionista sanitario, devi poterti esprimere, raccontare di te, manifestare le tue perplessità e trovarne risposta.
Se i dubbi restano nella tua testa influiranno in maniera negativa sul tuo percorso di cura.
Da professionista sanitaria penso che essere preparati e pronti, aggiornarci costantemente, studiare per avere sempre più conoscenze e competenze da mettere al servizio dei pazienti è indispensabile tanto quanto l’essere cortesi, educati e rispettosi verso chi viene da noi a chiedere aiuto.
Sono fortemente convita che entrambi gli aspetti siano imprescindibili .
Non è sufficiente il “saper fare”, bisogna tornare a dare la giusta importanza al “ sapere essere “, in questo caso, professionisti umani.
Non penso che l’essere seduti dall’altra parte della scrivania mi renda in alcun modo superiore o migliore a chi si siede davanti a me e credo sia mio compito quello di far sentire i miei pazienti a proprio agio, permettendogli così di raccontarmi la loro storia.
E’ il momento di alzare lo standard anche dal punto di vista di umano.
Il primo settembre è da sempre per me un giorno di ripartenza, un nuovo primo dell’ Anno diciamo.
Propongo di Ripartire … con più Umanità!